L’antefatto.
Qualche giorno fa, vi avevamo anticipato durante la nostra consueta cronaca parlamentare, che il Governo, viste le tante difficoltà incontrate dall’opposizione, aveva abbandonato l’idea di portare avanti l’iter parlamentare della conversione in legge del DL Antifrodi, e aveva optato per una scelta più diplomatica: inglobarlo all’interno ddl Bilancio 2022.
La giungla degli emendamenti
Sono 6.290 gli emendamenti alla manovra presentati dalle forze politiche in commissione Bilancio del Senato, dove inizia l’iter di approvazione del provvedimento. Sono anche stati presentati altri 64 subemendamenti all’emendamento con cui il Governo punta a trasferire nella legge di Bilancio il decreto anti-frodi sui bonus edilizi.
Tra questi sub-emendamenti alcuni parlamentari hanno depositato il n °9.2000 del Governo (reperibile sul sito del Senato). Questo emendamento praticamente riprende il testo DL Anti frodi destinato alla conversione in legge entro 60 giorni.
Praticamente è stato presentato un emendamento all’emendamento.
Il colpo gobbo.
Il comma 5-ter dell’emendamento 9.2000 recita testualmente: “Il decreto-legge 11 novembre 2021, n. 157, è abrogato. Restano validi gli atti e i provvedimenti adottati e sono fatti salvi gli effetti prodottisi ed i rapporti giuridici sorti sulla base del medesimo decreto-legge 11 novembre 2021, n. 157”.
Se l’emendamento in questione venisse approvato si creerebbe un vero pasticcio non solo giuridico ma anche di natura fiscale.
Forse sarebbe stato più logico e razionale programmare l’introduzione di nuove regole con qualche settimana di preavviso, dando il giusto tempo agli operatori del settore di organizzarsi, e nel frattempo annunciare e poi eseguire severi controlli seri.
Ad oggi non sappiamo se effettivamente il destino del DL Antifrodi: sarà abrogato? Sarà modificato? Sarà inglobato nella legge di bilancio?
Sicuramente questa è una della pagine più tristi del Governo: se il Parlamento non ci mette “una pezza” ne vedremo delle belle.
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