Orizzonti cupi all’orizzonte. La Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza appena resa nota dal Governo Draghi, conferma un Pil in frenata, ma un tesoretto di 10 miliardi di nuove entrate, che potrebbero essere utili per la nuova premier per frenare l’aumento vertiginoso delle bollette.
Per il Superbonus 110% la questione invece è più complicata, valutata la grande quantità di crediti ancora incagliati, nonostante le ultime mofiche normative intervenute con il decreto Aiuti bis, si è in attesa del parere dell’Agenzia delle Entrate, su come rendere operativa la questione della responsabilità in caso di cessione del credito.
Partiamo da un dato certo: un’abolizione tout court dell’agevolazione è poco probabile. Le conseguenze sarebbero castastrofiche in termini economici nei confronti delle imprese e dei condomini che hanno già avviato i lavori.
Ma è pur vero che nel programma di Fratelli d’Italia, non si era mai fatto mistero di modificare “la miope politica dei bonus” sostituiendola “con misure stabili e durature”. In particolare, poi, sui bonus edilizi nel programma elettorale troviamo scritto: “salvaguardia delle situazioni in essere e riordino e armonizzazione degli incentivi destinati alla riqualificazione, alla messa in sicurezza e all’efficientamento energetico degli immobili pubblici e privati”.
Ma andiamo al concreto. In occasione di un intervento pubblico, tenuto durante il corso della campagna elettorale, la Meloni aveva anche ulteriormente precisato: “penso che il superbonus debba essere rivisto, riordinando l’intero sistema delle agevolazioni edilizie e dal mio punto di vista uniformando l’entità dei bonus che non dovrebbero mai superare l’80% del costo sostenuto. Personalmente lo indirizzerei prevalentemente verso la prima casa, semplificando le norme e con controlli adeguati. Ma abbiamo bisogno di tutelare i cosiddetti esodati del 110%, cioè accompagnare alla scadenza della norma secondo il principio del legittimo affidamento, per cui a chi ha iniziato i lavori non puoi modificare le norme”
Quindi, stando a quanto detto da Meloni in campagna elettorale, ci potrebbe essere:
- un riordino generale di tutti i bonus edilizi;
- una semplificazione le regole;
- una riduzione dell’ammontare del bonus si potrebbe arrivare a un’aliquota unica intorno al 70-80%, al posto di quella massima del 110%.
Il primo banco di prova sarà la nuova legge di bilancio. Non ci resta che aspettare i prossimi sviluppi.
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