Mentre l’Europa punta a diventare climaticamente neutra entro il prossimo trentennio, la riqualificazione “verde” del settore immobiliare potrà agevolare l’accesso al credito abbassando i rischi legati all’insolvenza dei mutuatari.
Un antico aforisma napoletano recita “aropp’ ca’ song vnut e’ mariuol mttimm e’ canciell”, ossia “dopo che sono venuti a farci visita i ladri mettiamo i cancelli”, e questo è esattamente ciò che stiamo facendo noi esseri umani con il pianeta terra dopo averlo dapprima quasi distrutto, cercando oggi di correre ai ripari.
Come sappiamo, infatti, l’Unione Europea si sta impegnando a diventare “climaticamente neutra” entro il 2050, pur se tale obiettivo richiede notevoli investimenti sia pubblici che privati orientati a sposare la cultura delle energie rinnovabili ed a creare maggiori impieghi nel campo dell’edilizia ecologica.
E poiché il piano di investimenti per un’europa sostenibile detto Green Deal europeo include anche il raggiungimento di efficienza energetica nel settore edilizio e immobiliare, è stato avviato il progetto EeMAP (Energy Efficient Mortgages Action Plan) che prevede l’erogazione di mutui per l’efficienza energetica standardizzati a livello europeo, ossia strumenti finanziari favorevoli a incentivare la riqualificazione degli edifici o l’acquisto di proprietà altamente efficienti dal punto di vista energetico, meglio denominati Mutui Green.
Di cosa parliamo esattamente?
Si tratta di mutui agevolati per l’acquisto di case ecologiche e bioedilizia, rientranti in una tipologia di finanziamento erogabile esclusivamente per unità immobiliari che consumano pochissima energia per riscaldamento, raffreddamento, produzione di acqua calda ed illuminazione.
Obblighi edilizi che da quest’anno gravano sulle nuove costruzioni per gli edifici residenziali, come da disposizioni introdotte dalla Direttiva Europea 31/2010/Ce e recepite nell’ordinamento italiano con il D. Lgs 192/2005.
E chi possiede immobili di vecchia generazione potrà beneficiare di tale strumento finanziario?
Ebbene, assolutamente si. Attraverso l’installazione di impianti solari e voltaici, la realizzazione di idonei isolamenti termici, la posa in opera dei più moderni circuiti di riscaldamento ed elettrici, la vera differenza potrebbe consistere proprio nell’accesso al Superbonus 110% che rappresenta un utile volano per la diffusione su larga scala dei mutui green, opportunità che non è passata inosservata alle tantissime famiglie già “sensibilizzate” sull’argomento e desiderose di poterne quanto prima usufruire.
Ma in tutto questo bailamme gli istituti bancari che ruolo hanno?
Mentre ci chiediamo quanto i “reticenti” e i “conservatori” siano effettivamente pronti a dare una mano all’economia del paese e all’ambiente, rileviamo con grande stupore come gli istituti bancari – per favorire la diffusione della cultura amica dell’ecologia – abbiano deciso di offrire il loro contributo proponendo sul mercato tale strumento finanziario, pur se quest’ultimo, nella pratica, non sia stato ancora davvero “lanciato”.
Intanto per i mutui green – come per quelli tradizionali – è previsto sia il tasso fisso sia quello variabile, con la differenza che per i primi è possibile finanziare anche il 100% del valore dell’immobile con la sola condizione di dover rispettare determinati parametri volti alla riduzione dei consumi energetici favorendo un basso impatto ambientale.
Però! Tutta questa “disponibilità” o “apertura” al nuovo da parte degli istituti bancari fa quasi insospettire, considerato che – come diceva la nonna – “nessuno fa niente per nulla”…
La risposta c’è, eccome. Oggi, la banca che decide di accordare un mutuo predilige gli immobili di nuova generazione perchè le efficienze “verdi” consentono al mutuatario un sostanzioso risparmio sulle bollette mensili delle varie utenze necessarie alla conduzione dell’immobile stesso, il che costituisce una maggiore garanzia di solvibilità e quindi un sostanziale abbassamento del margine di rischio dell’operazione di finanziamento.
Se la casa, da sempre antico amore degli italiani, potrà riconquistare il suo ruolo predominante fra i risparmiatori del belpaese lasciandosi alle spalle i brutti momenti vissuti da un mercato immobiliare gravemente colpito dalla crisi, il merito potrà attribuirsi anche e soprattutto ai nuovi scenari ambientali e a quel Green Deal europeo cui ci riferivamo in apertura.
Può darsi, allora, come dicono dalle mie parti, che forse “aropp’ ca’ i’mmis e’ canciell, e mariuoli nu’ tornn cchiu’”.
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