Il c.d. trilogo, concluso ieri, che doveva raggiungere un accordo definitivo sulle modifiche da apportare al testo della Direttiva green, non ha portato a significativi risultati salvo una nuova riunione che dovrebbe avere luogo a dicembre.
Da quanto riportato da fonti stampa, gli Stati membri avrebbero raggiunto un accordo solo per elaborare un piano entro il 2050 con target di riduzione dei consumi di energia, rispetto all’originario termine che era fissato al 2030. Inoltre dovrebbe essere rimossa l’armonizzazione delle certificazioni energetiche a livello europeo. infine, sarebbero stati cancellati gli obblighi per l’installazione di colonnine di ricarica nei parcheggi per gli edifici residenziali esistenti.
Insomma alcuni piccolo progressi sono stati compiuti sulla parte più controversa della direttiva sulle case green, cercando di dare una impostazione più flessibile al testo della Direttiva.
Intanto sono già pervenute le prime reazioni delle associazioni di categoria.
Per Confedilizia si tratta di “un grande vittoria”. L’UPPI (Unione Piccoli Proprietari Immobiliari) si aspettava “una decisione netta sul fronte dei termini per gli interventi, che, per gli edifici residenziali già esistenti, rimane quello stabilito”.
Infine, Federesco – Federazione Nazionale delle Energy Service Company, vede nel dibattito UE sulle case green una grande opportunità di crescita per l’Italia e per il settore. Una sfida non certo facile ma che non possiamo rimandare oltre.Creare un approccio integrato e sostenibile, capace di garantire il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 e mantenere competitive le aziende del settore edilizio ed energetico. In questo contesto Federesco e la sua rete di aziende può “supportare privati e Pubblica Amministrazione garantendo soluzioni flessibili e in grado di generare vantaggi ambientali ed economici”.
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