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Direttiva UE. Vietato vendere o affittare immobili poco efficienti. In condominio il divieto scatterà dal 2030

Direttiva UE. Vietato vendere o affittare immobili poco efficienti. In condominio il divieto scatterà dal 2030

Per gli appartamenti in condominio: classe minima E per venderli o locarli dal 2030, D dal 2033 e C dal 2040. Arriva il giro di vite. La UE dovrebbe mettere fuori mercato tutti gli immobili che sprecano più energia.

Per molti potrebbe essere una opportunità per rinnovare i propri immobili, ma potrebbe essere anche un vero colpo di grazia per buona parte del mercato immobiliare.

Un vero e proprio blitz. L’Ue, con una Direttiva ancora da approvare, ma di cui si conosce già il contenuto della su bozza, tenta di bloccare vendite e affitti delle case che “consumano” troppo.

Dal 2027 sarà vietato affittare o vendere di immobili che non saranno adeguati all’efficientamento energetico richiesto dalla Commissione europea. Insomma una nuova svolta verde per gli immobili.

La nuova direttiva sulle performance degli edifici o c.d. EPBD (energy performance of buildings directive), verrà presentata il 14 dicembre, ma sta già circolando una prima bozza. Ovviamente il testo potrebbe subire modifiche.

La mission della Direttiva è entro il 2050 tutti gli edifici in Europa siano a emissioni zero.

Una rivoluzione che toccherà anche i condomini. Sarà inibita la vendita/locazione di tutti gli appartamenti in condominio con classe minima E dal 2030, D dal 2033 e C dal 2040.

Gli immobili presenti nei condomini dovranno:

– conseguire almeno la classe di prestazione energetica [E] dopo il  1° gennaio 2030;

– conseguire almeno la classe di prestazione energetica [D] dopo il  1° gennaio 2035;

– raggiungere almeno la classe di prestazione energetica [C],  dopo il  1° gennaio 2040.

Invece per gli edifici e le unità edilizie venduti o affittati a un nuovo inquilino (ad eccezione delle unità edilizie in condomini):

– conseguano almeno la classe di prestazione energetica [E],  dopo il 1° gennaio 2027;

– conseguire almeno la classe di prestazione energetica [D], dopo il 1° gennaio 2030;

– conseguire almeno la classe di prestazione energetica [C],  dopo il  1° gennaio 2033.

Tali divieto viene meno se l’acquirente si impegna a raggiungere la classe energetica minima indicata dalla direttiva entro tre anni dalla stipula dell’atto di vendita.

Il testo prevede anche delle deroghe. Gli Stati, infatti, potranno disporre deroghe importanti per determinate categorie di edifici:

  • potranno essere esentati dal divieto di vendita o affitto gli immobili tutelati,
  • quelli abitatati per meno di 4 mesi l’anno,
  • gli stabilimenti industriali,
  • gli edifici agricoli,
  • i luoghi di culto e
  • le costruzioni autonome con meno di 50 metri quadrati di superficie.

La nuova direttiva prevede poi che da gennaio 2030 tutte le nuove costruzioni (dal 2027 per gli edifici pubblici) dovranno essere a zero emissioni, cioè “edifici ad altissima prestazione energetica” con la bassissima quantità di energia ancora necessaria interamente coperta da energia rinnovabile prodotta in loco.

Per agevolare questa transizione sarebbe inoltre prevista l’introduzione di nuovi strumenti per agevolare l’esecuzione delle ristrutturazioni degli immobili da parte deiproprietari. Si sta pensando di utilizzare la leva del credito e di coinvolgere anche la  delle società elettriche ed energetiche in quanto capaci di assumersi il rischio del finanziamento iniziale e di ripagare gli investimenti con i risparmi sull’energia.

Questo provvedimento si sposta con la spinta per ridurre la dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili, con il divieto per i paesi dell’Ue di fornire incentivi finanziari per le caldaie a combustibili fossili. L’Italia con l’introduzione diun seri di bonus fiscali ha comunque intrapreso la strada giusta. Infatti il processo di ammodernamento e rinnovamento del patrimonio immobiliare, è già iniziato.

©Riproduzione riservata

A cura della Redazione

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