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Equo compenso per tutti. Ma gli amministratori di condominio restano al palo

Equo compenso per tutti. Ma gli amministratori di condominio restano al palo

Alla Camera dei Deputati, comincia la discussione sul testo relativo alle prestazioni professionali licenziato due giorni fa dalla Commissione Giustizia

  • Equo compenso per tutti, ma non per gli amministratori di condominio. Al via la discussione del testo legislativo
  • Per il popolo dei professionisti “non ordinistici” si dovrà ancora attendere

Se l’istituendo Osservatorio Nazionale sull’Equo Compenso – richiamato nel testo del provvedimento licenziato due giorni fa dalla Commissione Giustizia e pronto per essere discusso alla Camera la prossima settimana –   dovesse operare già oggi a pieno regime, non potrebbe che drammaticamente registrare situazioni al limite del decoro e perciò assai mortificanti per tutti coloro ai quali si attribuisce, più o meno genericamente, la denominazione di “professionisti”.

E se – come rilevato nella relazione di accompagnamento alla proposta – l’obiettivo principale sembra quello di offrire finalmente concreta attuazione all’articolo 2233 del codice civile, ciò significa che il nostro Paese sembra essersi accorto con ottant’anni di ritardo che “la misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera e al decoro della professione” e che, ancor oggi, la tutela del lavoro generato dalle partite iva è stata invocata solo e soltanto a sussidio delle celebrazioni convegnistiche e dei proclami elettorali.

Mentre per i parametri economici dell’avvocatura si è fatto qualcosa, e mentre per gli altri iscritti a ordini o collegi vi è riferimento ai regolamenti di determinazione di quanto stabilito con decreto del Ministro vigilante le singole specialità, per gli esercenti professioni non organizzate – a quanto pare – si dovrà guardare ai decreti del Mise “da adottare entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, e successivamente da aggiornare con cadenza biennale” e sperare che qualcosa si muova per davvero…

Peccato, però, che l’ossatura della proposta varata per la discussione parlamentare si incentri molto sul conferimento agli ordini ed ai collegi professionali della vigilanza sulle possibili violazioni in materia di equo compenso con la previsione di eventuali sanzioni, nonchè di determinare la congruità del quantum facendole acquistare la qualità di titolo esecutivo, dimenticando di specificare cosa dovrà o potrà fare il Mise per il popolo dei professionisti “non ordinistici” e – dunque – dei nostri amici amministratori condominiali.

Per dirla con la Suprema Corte di Cassazione, se è vero che l’attuale assoluta mancanza di sanzioni di nullità vanifica – di fatto – sia la  tutela codicistica che quella costituzionalmente prevista dal famoso articolo 36 accordate ai professionisti, e se è vero che gli autonomi senza albo dovranno far riferimento esclusivo al Ministero dello Sviluppo Economico non potendo contare su organizzazioni loro “dedicate” e funzionanti “ad hoc”, ci sarà poco da stare allegri e l’equo compenso resterà un miraggio per molti.

Del resto, a difesa del singolo professionista, basti pensare che nella proposta di legge è ben rideterminato l’ampliamento concettuale del cosiddetto “contraente forte” con esclusivo riferimento alle imprese, alle società partecipate dalla pubblica amministrazione e persino agli agenti della riscossione, ed è stato del tutto dimenticato il contraente “ente di gestione condominiale” che pure – sotto le mentite spoglie della concorrenza – risulta spesso assai bravo a “concedere” mandati a prezzo stracciato.

Una logica purtroppo usuale, anch’essa, giacchè proprio nei mesi scorsi lo stesso Stato è mirabilmente riuscito a partorire bonus e incentivazioni per l’edilizia dispensando agevolazioni fiscali a chicchessia fuorchè agli amministratori di condominio, colpiti subdolamente e messi in grave imbarazzo da fiumane di condòmini pronti a lesinare – in nome dell’impossibilità di “scaricarne” i costi – finanche il giusto e doveroso compenso collegato alla non facile gestione dei farraginosi impianti procedurali.

Equo compenso, si diceva. Meno male che nella proposta di legge è stata prevista e potrebbe essere consentita “la tutela dei diritti individuali omogenei dei professionisti attraverso l’azione di classe”, la quale – a quanto sembra – dovrebbe essere caldeggiata dai consigli nazionali degli ordini per le professioni ordinistiche e dalle associazioni professionali per quelle non ordinistiche, richiamando la disciplina ora contenuta nel Titolo VIII bis del libro quarto del codice civile, entrata in vigore lo scorso 19 maggio.

Come diceva qualcuno, la domanda sorge spontanea: ma per avere riferimenti certi, congrui e rispettosi del lavoro di chi è nato senza la camicia, bisognerà necessariamente scaldare gli animi e fomentare le proteste in piazza, o si potrà prima o poi contare su un potere legislativo che mentre si impegna a scaricare adempimenti e responsabilità sui mandatari nostrani sappia pure dimostrare di esser capace a riconoscere – una volta per tutte – il reale valore del loro non facile impegno?

Il compenso dell’Amministratore di Condominio tra prestazioni ordinarie e straordinarie + Compendio sul superbonus

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Avv. Michele Zuppardi

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