Se lo leggesse un marziano, probabilmente, penserebbe che i veri marziani siamo noi, ma poi leggendo attentamente si renderebbe conto che non è mai tutto oro quello che luccica e vediamo il perché.
Prima di tutto, stesso errore del super bonus precedente, si sono fatte delle sperequazioni tra chi beneficerà e chi no di questo bonus e questo, almeno per me, non è né giusto né corretto.
Infatti, chi abita in una edificio indipendente o in una villa avrà diritto ad usufruirne, mentre chi abita in un semplice appartamento in condominio potrà beneficiarne (in parte con gli infissi ad esempio) solo ed esclusivamente se prima il condominio si attiverà per usufruirne. Questa è una limitazione che sinceramente non capisco molto ne dal punto di vista dell’equità (tutti i cittadini dovrebbero poter usufruire di tale vantaggio) ne’ dal punto di vista energetico, considerando che la maggiore parte degli appartamenti, oggi giorno, e’ dotato di un impianto autonomo.
Tra l’altro, questa differenza mi ricorda molto quella del precedente bonus del 90% che era mirato alle sole zone A e B (ossia il cento di quasi tutte le città) escludendo la periferia; questa volta case unifamiliari (leggasi ville ed edifici unifamilairi) si ma appartamenti (ossia la stragrande maggioranza delle abitazioni della gente comune) in condominio no a meno che non sia prima il condominio ad intraprendere questo percorso e siccome i tempi indicati attualmente sono di soli 18 mesi, i tempi credo siano troppo stretti per un privato pianificare la propria ristrutturazione solo dopo che sia stata appaltata quella condominiale…..per me equivale a dire che è quasi solo pensata per opere condominiali, ville e case unifamiliari.
Letta così sembrerebbe una misura più da “marketing” che da reale efficacia…..si promette molto ma poi si concede, realmente, poco.
Comunque per i fortunati che vi accederanno e soprattutto per i condomini, vediamo cosa si può e cosa non si può fare e vediamo le problematiche nascoste tra le righe della norma.
Il primo step prevede di applicare almeno una di queste due misure:
- isolamento termico (cappotto) dell’involucro con interessamento di almeno il 25% della superficie lorda totale disperdente;
- sostituzione dei generatori condominiali con altri più efficienti ( a condensazione, pompe di calore eventualmente associato a fotovoltaico, ecc.)
Questi lavori, però, devono garantire il miglioramento di almeno due classi energetiche (o la più alta in casi in cui sia già alto l’indice di prestazione).
In tale caso il fruitore (condominio o privato che sia) potrà usufruire di uno sgravio fiscale del 110% da utilizzare in 5 annualità o cedere tale credito fiscale all’impresa esecutrice che farebbe pertanto uno sconto del 100% sulla fattura per le lavorazioni e che potra’ cederla, a sua volta, a fornitori, banche, istituti di credito, assicurazioni, ecc.
Dove è il problema? ….. tranne rari casi, difficilmente il comune cittadino avrà un “monte IRPEF” tale da permettergli di usufruire del 100% della spesa sostenuta come detrazione e pertanto proverà e gli converrà addirittura chiedere all’impresa che la stessa converta tale credito d’imposta in sconto sulla fattura. Ma l’impresa avrà interesse a farlo? ….. avrà un “monte Irpef” tale da sfruttare il 100% dello sgravio?….. e inoltre dovrebbe finanziare completamente l’intervento per poi vedersi riconoscere uno sgravio fiscale equivalente.
C’è da chiedersi quante imprese avranno la forza di finanziare i nostri lavori e soprattutto gli converrà farlo?
Io credo che se fosse un incentivo votato alla ripresa economica del paese non dovrebbe appoggiarsi alle forze, già fortemente provate dal lock-down, delle imprese o addirittura dei privati, altrimenti che incentivo è?
A me sembra piuttosto un ottimo aiuto per chi il denaro lo ha già disponibile o meglio ancora per chi ha un “monte irpef” (proporzionalmente legato al fatturato) tale da giustificare tale sgravio…..ossia un aiuto a chi le risorse le ha già.
D’altra parte le stesse imprese, quelle medio piccole, vera ossatura portante della nostra economia nazionale, non avranno mai un fatturato tale da poter effettivamente usufruire di tale sgravio e ancora peggio dopo due mesi di inattività non avranno mai la forza di finanziare completamente i nostri lavori e allora chi vorrà usufruirne dovrà necessariamente rivolgersi alle imprese grandi, quelle che probabilmente non si sono neanche accorte del lock down.
Altra possibilità’: l’impresa si rivolge all’istituto di credito e che succede? Certamente la banca intanto trattiene il 10% di quel 110% (e quindi avrà un buon vantaggio dal finanziamento) e darà liquidità all’impresa per affrontare i lavori ma poi comunque l’impresa dovrà smaltire quel 100% come credito IRPEF e se non ha un fatturato tale da sfruttarlo, non potrà certo regalare denaro al suo cliente.
Purtroppo il meccanismo non funziona bene e a mio avviso è orientato ad aiutare solo le grandi entità e le solite banche che prendono il 10% per finanziare imprese con le garanzie dello stato (ossia rischiando poco e nulla), il cliente (quello di cui abbiamo parlato prima, ossia non tutti i comuni cittadini ma solo alcuni……) che avrà certamente un vantaggio notevole, ma l’impresa esecutrice che avrebbe dovuto avere una spinta per fare ripartire l’economia del paese non mi sembra che sia stato molto agevolato…..forse mi sbaglio ma credo che questo non genererà un circuito virtuoso.
Per quel che riguarda i condomini invece (ma lo stesso discorso vale anche per chiunque ne possa usufruire) rappresenta una ottima occasione, anzi forse si dovrebbe dire l’occasione per efficentare energeticamente (ed anche sismicamente con il sisma bonus) gli edifici, per cambiare i generatori degli impianti di riscaldamento centralizzati o per realizzarli a costo ZERO, per realizzare un impianto di fonti rinnovabili come ad esempio un impianto fotovoltaico e addirittura comprensivo di sistema di accumulo, in modo da sfruttare al massimo l’energia prodotta.
Certo ci sono anche delle limitazioni e delle prescrizioni, che almeno dal punto di vista burocratico sono importanti, ma il vantaggio e’ tale che si deve cercare in tutti i modi di approfittarne.
Chiaramente il salto di due classi energetiche non e’ poco, ma potendo realizzare tali opere a costo zero non rappresenta certo un problema, ci si deve affidare a qualche buon professionista e valutare le scelte tecniche migliori dal punto di vista energetico.
Dovendo intervenire su almeno il 25% della superficie disperdente totale si ricadrà’ almeno nel caso di ristrutturazione importante di I livello (dal punto di vista energetico) e pertanto andrà verificata e consegnata la documentazione prevista dalle normative vigenti specifiche (ossia non si ha piena libertà’ nelle scelte tecniche) ma ripeto una occasione cosi’ credo proprio sia irripetibile.
Anche economicamente è molto interessante perché si parla di 60.000 euro per l’efficentamento e 30.000 euro per il generatore ad unità immobiliare: ampi margini quindi per rifare il cappotto integrale, la coibentazione di primo e ultimo solaio e, volendo, cambiare anche gli infissi e realizzare un impianto di fonti rinnovabili, comprensivo di accumulo (in tal caso vi è un tetto di 48000 euro totali con un limite di 2400 euro a Kw installato) che sarebbe perfetto, ad esempio, accoppiato ad un generatore a pompa di calore.
Non solo si rifarebbero le facciate degli edifici e si aggiornerebbero gli impianti a costo zero, ma ci si garantirebbe un abbattimento dei costi di gestione per gli anni a seguire.
Infatti dopo aver visto i due punti trainanti della norma e solo dopo aver previsto quel tipo di lavorazioni, si possono, a cascata, collegare anche tutti gli altri efficentamenti energetici previsti dalle precedenti normative che, in tale modo, ricadrebbero nel calderone del 110%. In tal caso, infatti, anche le singole abitazioni dei condomini potrebbero usufruirne, ad esempio, per la sostituzione degli infissi o per ulteriori coibentazioni.
Le due uniche vere difficoltà saranno, da una parte, quella di trovare l’impresa giusta, ossia quella che sia nelle condizioni di poter riconoscere uno sconto in fattura dell’intero importo delle lavorazioni e, dall’altra, fare tutto molto velocemente perché il periodo previsto per beneficiare di queste agevolazioni – almeno per ora – e’ di soli 18 mesi e con le difficoltà attuali anche solo a convocare una assemblea condominiale e considerando l’intero percorso di approvazione, progettazione, appalto e realizzazione, il tempo è veramente poco.
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