La PEC, che ci accompagna dal 2005, è stata una rivoluzione che ha impattato sulle nostre vite snellendo molti processi delle attività quotidiane, soprattutto nelle comunicazioni con la pubblica amministrazione. Nasce dal suo successo l’esigenza di estendere il suo uso oltre i confini nazionali, estendendoli a livello internazionale, soprattutto a livello Europeo.
Questo ha portato i vari stati a trovare un compromesso tra la gestione del dato e la sua sicurezza, aspetti nelle mani del Garante per la protezione dei dati personali e delle varie agenzie che si occupano di tecnologia e delle comunicazioni. Questa unione di intenti è confluita nell’evolvere la PEC nella REM, affidando lo sforzo per l’adeguamento fondamentalmente ai provider.
Qual è la differenza fondamentale tra le due tecnologie?
La PEC può essere considerata un SERC, un Servizio di Recapito Certificato, mentre la REM è un SERCQ, un Servizio Elettronico di Recapito Certificato Qualificato.
Dalla sua esistenza, tuttavia, in Italia la PEC è stata equiparata a un SERCQ dal Codice dell’Amministrazione Digitale, ma questa equiparazione non è considerata valida a livello europeo, che ha imposto all’Italia di adeguarsi, al fine di dare valore legale alle comunicazioni con essa trasmesse.
Per accedere alla REM sarà necessario abilitare un doppio fattore di autenticazione, come per l’accesso all’home banking: significa che al momento dell’accesso sul portale messo a disposizione dal provider PEC, bisognerà inserire un ulteriore codice, solitamente una One Time Password (OTP, ovvero una password da utilizzare solo una volta), inviato via SMS o generato automaticamente dall’app del provider, oppure utilizzare mezzi come lo SPID eCIE, che identificano in modo univoco l’identità del mittente.
Per l’utente non vi sarà nessun cambiamento, se non la modalità di autenticazione, tutto il carico del cambiamento sarà eseguito dal provider, e l’utente vedrà mutare la sua PEC in REM, semplicemente attuando i pochi semplici passaggi già disponibili, fino alla totale rottamazione del servizio di Posta Elettronica Certificata.
Cosa cambierà per l’amministratore di condominio?
Nel caso che l’amministratore di condominio lavori sul territorio italiano, fondamentalmente nulla. Rimarranno valide le stesse regole già in vigora per la PEC:
- L’invio della REM sarà valido solo su un’altra REM
- L’invio da una REM a una mail tradizionale non potrà essere utilizzato ai fini legali.
Per l’amministratore di condominio invece, cambierà molto nei confronti dei terzi residenti all’estero o in caso di gestione di edifici situati nella comunità europea, dove finalmente tutte le comunicazioni inviate avranno il medesimo valore legale di una raccomandata.
Questo apre inoltre ulteriori scenari per gli amministratori di condominio, dove lo sdoganarsi dell’identificazione a due fattori in ambito legale, potrà rendere più semplici anche l’invio delle convocazioni in modo ancor più semplice e immediato rispetto alla REM, utilizzando sistemi come telefoni, tablet e pc, andando a sostituire sempre più il cartaceo tradizionale.
L’utilizzo del servizio a doppia identificazione apre la porta a un’innovazione significativa. Grazie a questa tecnologia, simile a quella già in uso nei contratti bancari, sarà possibile firmare le convocazioni direttamente dal proprio smartphone, eliminando la necessità di REM o raccomandate.
Questo significa che le convocazioni condominiali, così come altre comunicazioni simili, potranno essere gestite in modo più semplice ed efficiente. Immaginate la stessa facilità con cui firmate un contratto bancario, utilizzando un cellulare e un codice che vi arriva in esso, ora applicata alle vostre convocazioni: un cambiamento che renderà la vostra vita più comoda e agevole.
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