La richiesta proroga al 2023 potrà essere presa in considerazione dopo l’estate, previa attenta valutazione dei suoi effetti che giustifichi l’eventuale inserimento nella legge di bilancio delle somme necessarie.
Se il Primo Ministro Draghi esprime grande soddisfazione per aver ottenuto dall’Europa – qualche ora fa – il “disco verde” sul programma recovery plan, non può certamente fare altrettanto il popolo di imprese e professionisti che incassa un semplice “forse” sulla tanto conclamata estensione al 2023 dell’ormai famoso e fin troppo ballerino Superbonus 110, nato con il decreto legge “rilancio” del 19 maggio 2020 per rendere più efficienti e sicure le abitazioni degli italiani ed ancora rimasto incomprensibile per la stragrande maggioranza dei potenziali beneficiari.
A parte i complimenti della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e le benedizioni dall’alto per il certamente auspicabile percorso di ammodernamento “green” attraverso il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il farraginoso meccanismo che si cela dietro al tanto sbandierato incentivo per i lavori “tuttogratis” appare però ancor più ostico e inespugnabile in quanto schermato dai fitti e continui punti interrogativi che non consentono ancora un approccio fiducioso, programmatico e sereno da parte dell’utenza.
E meno male che esattamente un anno fa, con l’immancabile procedura d’urgenza tipica del decreto legge, la parola d’ordine espressa dal Governo era stata “rilancio”.
Oggi, a un anno di distanza, dopo aver atteso chiarimenti, decreti attuativi e pareri vari, dopo aver vissuto un cambio di governo immediatamente pronto a chiarire che il superbonus è in forse, e dopo aver appreso che le aliquote del “gratis” possono verosimilmente scendere al 75 per cento, siamo finalmente certi che il Ministero competente si “impegnerà”, dopo l’estate, a prevedere la proroga al 2023, determinando “eventualmente” l’inserimento delle necessarie risorse nella legge di Bilancio, solo dopo aver valutato gli effetti della misura.
Insomma, per ora niente soldi aggiuntivi, ma aspettiamo settembre e vediamo che succede.
Meno male che l’avvento del PNRR potrebbe almeno consentire la realizzazione delle necessarie semplificazioni in materia di edilizia e urbanistica tanto sollecitate – finora senza esito – dalle associazioni imprenditoriali e dai professionisti tecnici che da un anno a questa parte non hanno mancato di evidenziare, a più riprese, l’esistenza di gravi ostacoli per l’accesso al superbonus, sottolineando – statistiche alla mano – che la manna dal cielo voluta dal governo Conte era ed è – di fatto – riservata a pochi eletti e che, nel frattempo, tanti proprietari hanno preferito gettare la spugna.
Sta di fatto che per ottenere tali aggiustamenti – ben un anno dopo l’urgente norma per il “rilancio” – ci vorrà un altro decreto legge finalizzato alla tanto auspicata semplificazione documentale per (speriamo) snellire la procedura rendendola davvero alla portata di tutti, e che nel frattempo abbiamo dovuto giocoforza “digerire” l’avvicendamento di decisioni ingarbugliate e contorte in ordine alle quali – mentre si litiga sulla estensione delle agevolazioni per un altro anno – il primo si è già sostanzialmente bruciato con grave dispendio di sostanziose energie, frenetiche consultazioni e soprattutto pie illusioni.
Ne sanno qualcosa gli amministratori di condominio, i quali sono incollati al telefono da circa dodici mesi per cercare di comprendere e decodificare queste stranezze all’italiana, sforzandosi quotidianamente di tradurle al meglio con l’ausilio di specialisti spesso a proprio esclusivo carico, e di porgerle a un popolo di amministrati pronti a prendere d’assalto quel treno gratuito dell’edilizia ultramoderna che la politica ha voluto approntare, lanciare e promuovere, dimenticando però di lasciare aperte tutte indistintamente le porte dei vagoni e di erudire previamente – e a dovere – il personale di bordo.
Superbonus anno zero, avevamo scritto su queste colonne qualche tempo fa, dopo aver monitorato e recepito le numerose istanze provenienti dal mondo reale che con la politica, e con le norme, si è in questi mesi scontrato più volte, ed a tratti anche pesantemente. Un titolo più che mai azzeccato, crediamo, visto l’excursus della vicenda e considerati i tempi di reale avvio del programma.
Ora, con il Governo Draghi, il PNRR punta alla rivoluzione verde ed alla transizione ecologica, anche attraverso l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici. A quando la partenza vera?
Superbonus 110%: il grande bluff. Tra veti e verità non dette
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