Il bonus 110% è un flop? In questi mesi abbiamo assistito a sentimenti contrastanti. Da un lato grandi aspettative su questa misura che prometteva il “tutto gratis” e dall’altro la fredda verità dei numeri che non lasciano dubbi: sono solo 670 milioni gli euro utilizzati, rispetto i 19 miliardi messi in campo per finanziarlo.
Usato solo il 5% delle risorse delle risorse stanziate fino ad ora sono state utilizzate per l’ obiettivo. Troppo modeste per dare una sferzata ad un settore in piena crisi.
Molte imprese preferiscono rinunciare causa il lungo iter e le poche certezze sulla eventuale proroga al 2023.
Per questo il Governo corre ai ripari. Da più di una settimana si parla di modifiche, ovvero di semplificazioni burocratiche per rendere più appetibile il Superbonus.
Cerchiamo di capire come potrebbe essere il “nuovo Superbonus semplificato”.
Al vaglio di ci sono due ipotesi, che dovranno ovviamente essere discusse. La conferma potrebbe arrivare a breve, con il nuovo decreto semplificazione che Palazzo Chigi dovrebbe predisporre contestualmente al nuovo Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) per aumentare la capacità di spesa delle risorse del Recovery Fund.
Prima ipotesi: sostituire la doppia conformità solamente con la Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata). In questo caso i tempi si dimezzerebbero: meno burocrazia, lavori più facili e veloci.
Seconda ipotesi: certificazione di conformità assorbita nelle asseverazioni. Con una certificazione, viene meno l’obbligo per i tecnici di attestare alcuni dati su proprietà e concessioni, certificando solo l’assenza di abusi edilizi e l’avvenuto rispetto delle prescrizioni urbanistiche.
Questi gli aspetti tecnici. Ma vi è di più. Da circa una settimana circolava voce che l’idea del Governo era quella di unificare l’aliquota al 75% per tutti gli altri bonus edilizi, ma non per il Superbonus per il quale si prevede una proroga al 2023.
Ma proprio ieri, in attesa della nuova riunione del Consiglio dei Ministri, è iniziata a circolare una notizia, tutta da verificare, secondo la quale l’aliquota del 75% possa riguardare anche il Superbonus: ma di questo non vi è traccia nei documenti sul Recovery e quindi non vi è alcuna conferma ufficiale.
Neanche il Governo si è ancora espresso in merito alla possibilità di recepire questa modifica nel prossimo Sostegni bis.
Non ci resta che attendere l’esame del Consiglio dei Ministri che si terrà giovedì prossimo. Forse avremo più certezze.
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