A poco meno di 24 ore dalle proproga del Superbonus per villette, contenuto nella bozza del Decreto Aiuti, arriva una dichiarazione del Primo Ministro Mario Draghi che non lascia alcun spazio a ripensamenti.
Lo stop di Draghi
In occasione di un intervento tenutosi oggi nella plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, il Premier ha detto: “possiamo non essere d’accordo sul superbonus al 110%, e non siamo d’accordo sulla validità di questo provvedimento. Cito solo un esempio: i prezzi degli investimenti necessari per attuare le ristrutturazioni sono più che triplicati, perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo. E quindi, questo è il risultato”.
La repilca di Fraccaro e la risposta di Lupi
La repilca di Fraccaro non si è fatta attendere, che ha prontamente replicato così: “Draghi ha dichiarato di non essere d’accordo sul superbonus; sinceramente lo avevamo già dedotto dai continui blocchi e dalle modifiche apportate alla misura nei mesi scorsi che di fatto hanno rischiato di renderla inutilizzabile. Vorrei ricordare al nostro presidente del Consiglio che il superbonus è espressione della volontà parlamentare di tutte le forze politiche, e per questo, anche se il suo giudizio personale è negativo, non può boicottare una misura che peraltro in più occasioni ha ricevuto lodi dalla stessa Unione Europea”.
Sul superbonus Draghi ha ragione non al 100, ma al 110 per cento. Non c’è più nessuno che tratti sui prezzi o chieda più preventivi, l’incentivo si è trasformato in una sorta di piè di lista pagato dallo Stato. Tutti noi, compresi i più poveri, stiamo pagando la ristrutturazione de appartamenti e villette ai proprietari di casa creando ulteriore debito pubblico e una degenerazione del mercato”. Lo dichiara Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia.
Il cortociurcuito normativo
A quanto pare, la misura non suirà nessuna altra proroga, visto l’attegiamento ostativo del Premier. Da un lato il mercato drogato causata dall’aumento dei costi di ristrutturazione e di efficientamento energetico ha generato una certa sfiducia in alcuni partiti.
A questo sentimento si aggiunge la questione relativa alla cessione del credito, che con le sue modifiche normative, ha solo creato una gran confusione. Infatti, era atteso all’interno del Decreto Aiuti, una norma che potessse semplificare la cessione del credito, ma sia nel comunicato stampa diramato dall’ufficio di presidenza che nella conferenza stampa tenutasi dopo la riunione del Consiglio dei Ministri, non vi è traccia della volontà del Governo di introdurre una facilitazione sul tema della cessione dei crediti. Tale ulteriore previsione verrà introdotta, presumibilmente, dal Governo in un prossimo intervento normativo.
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