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Il Superbonus si blocca e gli amministratori di condominio scendono in piazza

Il Superbonus si blocca e gli amministratori di condominio scendono in piazza

In data odierna, presso p.zza S. Apostoli a Roma, si è tenuta la manifestazione di protesta contro il DL Aiuti Quater, art.9, alla quale hanno aderito svariate altre sigle come associazioni di categoria, nonché gruppi di amministratori, oltre ad associazioni dei consumatori.

In data 23 nov 2022, presso p.zza S. Apostoli (Rm), si è tenuta la manifestazione di protesta contro il DL Aiuti Quater, art.9, su iniziativa di APICE – Associazione Professionisti in Campo Edilizio, alla quale hanno prontamente aderito svariate altre sigle come associazioni di categoria (Assiac, BMItalia, Capire, Condoassociazione Confamministrare, Figiac, Fnai e Naca) nonché gruppi di amministratori (Sinteg e Quorum rosa), oltre ad associazioni dei consumatori (Forza dei Consumatori).

La contestazione dei partecipanti (alcuni dei quali giunti da altre parti d’Italia come Milano) verteva sul Decreto Legge Aiuti Quater che all’art.9 prevede delle importantissime modifiche relativamente alla normativa sul Superbonus 110%.

Cosa prevede il Decreto Legge Aiuti Quater all’art.9

In estrema sintesi, per quanto concerne i Condomini, la nuova normativa dispone praticamente con effetto immediato la riduzione della percentuale del Superbonus dal 110 al 90 fino a tutto il 2023, con un’ulteriore riduzione dal 2024.

Nel Decreto si legge, altresì, che l’unico modo per i Condomini, per continuare a beneficiare della percentuale del 110 anche per il 2023, è rispettare due condizioni, entrambe entro il 25 novembre 2022:

  1. avere una delibera assembleare di approvazione lavori;
  2. presentare la CILA(S).

Considerazioni di base dei promotori della manifestazione

Alla manifestazione sono intervenute diverse emittenti televisive (tra le quali Tele ambiente), giornalisti e politici (gli on. Angelo Bonelli, Nando Bonessio e Francesco Alemanni, per i Verdi; on. Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell’ambiente e della tutela del territorio) sensibilizzati ad ascoltare le richieste degli amministratori, non solo a difesa della categoria, ma anche dell’intero settore condominiale ricomprendendoci oltre ai condòmini, anche i fornitori (professionisti, imprese).

Dette richieste partivano da alcune considerazioni di base e in particolare è stata evidenziata la difficoltà di gestire la procedura Superbonus 110% già dal principio con criticità di varia natura riguardanti:

  • dubbi interpretativi o difficoltà di applicazione della legge specifica;
  • aggiornamenti non eseguiti sulle piattaforme degli enti pubblici coinvolti;
  • blocco delle cessioni dei crediti;
  • impossibilità di reperimento materiali per via di una domanda eccezionalmente più alta della disponibilità o della produzione a breve termine;
  • veloce impennata dei prezzi delle materie prime che ha assottigliato la marginalità per le imprese;
  • altro ancora.

L’auspicio, dunque, era quello di un intervento governativo che da un lato sbloccasse le cessioni consentendo alle imprese di assumere in appalto altri lavori e, nel contempo, quello di far recuperare il tanto tempo perso anche attraverso una proroga del termine in precedenza stabilito nel 31/12/2023.

Purtroppo, al contrario, il Decreto Aiuti Quater ha spento ogni velleità non solo annullando ogni aspettativa sulla proroga del suddetto termine, ma addirittura riducendo con effetto sostanzialmente retroattivo la percentuale di agevolazione fiscale dal 110 al 90, con ciò impedendo la prosecuzione del percorso ed anzi interrompendolo bruscamente.

Ipotesi di conseguenze rivenienti dall’entrata in vigore del Decreto

È stato sottolineato come la normativa DL Aiuti Quater, nella sua versione attualmente vigente ed oggetto di contestazione nella manifestazione del 23 novembre, provocherà delle catastrofiche conseguenze sul mondo condominiale e di riflesso sull’economia nazionale.

In particolare, verosimilmente:

  • Si sospenderanno (e in molti casi si interromperanno) tutte le procedure in lavorazione sui Condomini che da tempo avevano avviato la procedura per i lavori Superbonus 110 anche perché (tra le altre cose) qualunque normativa sulle agevolazioni fiscali non avrebbe più credibilità agli occhi di condòmini, Ditte ed Imprese, i quali difficilmente si andrebbero ad impegnare su un appalto con un grosso valore economico, sapendo che il Governo potrebbe in qualunque momento cambiare le regole del gioco con effetto retroattivo;
  • Si genereranno contenziosi tra Condomini e fornitori per incarichi commissionati nella convinzione di fruire del superbonus nella misura del 110% e che non potranno perfezionarsi alle condizioni iniziali. Controversie che nasceranno anche per la frenesia rilevata tra gli amministratori presi dalla fretta di permettere ai loro Condomini di accedere alle condizioni previste dal Decreto nella versione al momento conosciuta (delibera assembleare di approvazione lavori – dizione che tra l’altro si presta a tante interpretazione e quindi errori – e CILA Semplificata entro il 25 novembre), senza poter rispettare il termine dei 5 giorni liberi previsti dall’art. 66 disp.att .c.c. e quindi viziando le assemblee. Senza contare che determinati eventuali errori sulla CILA(S), potrebbero comportare addirittura la decadenza dal beneficio fiscale.

Vantaggi dal Superbonus 110

I manifestanti hanno altresì evidenziato come l’agevolazione fiscale del Superbonus nella misura percentuale del 110, abbia contribuito enormemente al rilancio dell’economia nazionale.

In particolare:

  • Da un recente report dell’ISTAT emerge che il prodotto interno lordo è aumentato sensibilmente e unanimemente si attribuisce tale effetto positivo al settore edile per mano del Superbonus 110%, dunque elemento trainante.
  • Dal rapporto CENSIS (Centro studi investimenti sociali), emerge che sono stati prodotti almeno 115 miliardi di euro (direttamente ed indirettamente come indotto), tra agosto 2020 e ottobre 2022, a fronte dei 55 miliardi di euro di investimenti incentivati dal Superbonus 110% sul patrimonio edilizio.

Tale produzione aggiuntiva, ha creato lavoro (900 mila posti) ed un aumento delle iscrizioni delle imprese di costruzioni tra il 10 e il 20% in più, oltre ad evidenti ricadute fiscali positive, tanto che il maxi incentivo in realtà, al netto del gettito generato, è costato allo Stato solo il 30% di quanto messo a bilancio.

  • I cantieri Superbonus 110% completati ad oggi, hanno permesso di realizzare un minore consumo di gas (1,1 miliardi di metri cubi) necessario per la produzione elettrica e per il riscaldamento domestico, sia grazie al risparmio energetico prodotto, sia alla nuova potenza rinnovabile installata. Tutto questo si traduce anche in una diminuzione di inquinanti (-980 mila tonnellate di emissioni dannose), obiettivo peraltro fissato dalla UE tra quelli primari dei vari Paesi.

Le richieste avanzate

In conclusione, sono state palesate le seguenti richieste:

  • in primis, la conferma della percentuale del 110 anche per il 2023 senza condizioni. Non sarebbe altro che rispettare gli impegni presi in precedenza dal Governo, sulla base dei quali è stata pianificata l’attività dei lavori Superbonus 110, anche nei Condomini che non riescono a presentare la CILAS entro il 25 novembre 2022.
  • In subordine, la proroga dei termini di tenuta assemblea per la deliberazione dei lavori e la presentazione della CILAS a 60 giorni (come una sorta di periodo transitorio) dall’ufficializzazione della modifica del Decreto, in luogo dell’attuale 25 novembre 2022.
  • Solo qualora non fossero attuabili queste nostre proposte, è stato chiesto che il 90% venisse fissato come misura percentuale IRREVOCABILE per le opere Superbonus per almeno 5 anni in modo da dare stabilità al mercato e rispristinare la fiducia nel sistema che immancabilmente il Decreto Aiuti Quater, ha minato. Si potrebbe ritenere anche plausibile ammettere al 90% – intesa come misura fissa in 5 anni – i soli lavori di ecobonus e sismabonus, lasciando invece al 50 o 60 per cento tutte le altre opere come rifacimento facciate, invece suscettibili di quantificazione specifica in sede di progettazione e capitolato.

Il tutto, in ogni caso assistito da un sistema che consenta di calmierare i prezzi e ponga un tetto agli oneri finanziari richiesti per la cessione del credito, il che consentirebbe anche di poter usufruire con maggior beneficio, del ridotto bonus 90% ad oggi inaccessibile per i costi elevati e che non torneranno a livelli sostenibili se non si darà stabilità al meccanismo superbonus e certezza nel rispetto dei termini normativi.

L’associazione APICE e tutte le altre sigle menzionate all’inizio, che hanno aderito e dato sostegno all’iniziativa, confidano nel lavoro di questo Governo che dovrà ascoltare le ragioni della categoria nell’interesse dell’intero comparto condominiale.

Alla luce di tutto quanto sopra, è stata trasmessa ai politici intervenuti, una bozza con un testo normativo per gli emendamenti necessari, rimanendo nel contempo disponibili ad istaurare un tavolo di confronto ovviamente aperto anche ad altri esponenti di associazioni.

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