La “definizione dei costi massimi specifici omnicomprensivi agevolabili per alcune tipologie di beni nell’ambito delle detrazioni fiscali per gli edifici” sta per diventare oggetto di un nuovo decreto del Ministro per la transizione ecologica, attraverso il quale – per i lavori del valore di oltre diecimila euro – lo sconto in fattura e la cessione del credito saranno resi possibili attraverso l’asseverazione legata a specifici indicatori dei prezzi.
Un nuovo scenario già annunciato con la Legge di Bilancio 2022, che ora prende corpo dopo il confronto svolto insieme alle più rappresentative associazioni imprenditoriali del comparto edile, e che porterà alla chiara indicazione tabellare delle cifre su cui poter contare per l’esecuzione di determinate opere, secondo una logica “omnicomprensiva” indicata quale tetto massimo agevolabile.
Il decreto ministeriale, ormai pronto per essere licenziato, riporterà – in buona sostanza – il valore dei costi massimi per le singole opzioni di intervento, raggruppando le casistiche collegate all’efficientamento energetico per l’accesso a ecobonus, superecobonus, bonus casa, bonus facciate e colonnine di ricarica elettrica, il tutto in stretta relazione all’utilizzo dello sconto in fattura e della cessione del credito.
Cosa accadrà nel frattempo?
Mentre le asseverazioni continueranno a “confezionarsi” in relazione al prezziario della casa editrice Dei, giunta finora a ben sei pubblicazioni riguardanti le diverse tipologie di intervento in edilizia, chi potrà garantire che le stesse non vengano inesorabilmente respinte perchè considerate superate – e dunque non più realmente “fruibili” – proprio in considerazione dell’imminente uscita del nuovo tariffario ?
E con tale nuovo tariffario governativo, pur se frutto dello studio congiunto delle associazioni di settore, ci si potrà effettivamente “difendere” dall’ingiustificato rincaro delle materie prime che già ha sforato punte del 200% di aumenti, mentre il pur giusto stravolgimento delle regole del gioco determina incertezze, ritrosie e temporeggiamenti vanificando la spontanea richiesta di accesso ai bonus dei cittadini meno smaliziati?
Il rischio incombe pesantemente su tutte le parti in campo, ed aggiunge ulteriore ansia ai già sostenuti affanni degli operatori del ramo – amministratori condominiali compresi – verso i quali si dirige speditamente l’offensiva governativa già intrapresa con il primo decreto antifrode, mirata ad ottenere la stretta decisiva sulla congruità dei costi, in riferimento ai quali, finora, si sono pesantemente “dissolti” troppi aiuti di Stato.
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