Che la figura dell’amministratore, nell’esercizio delle proprie funzioni, rientri di diritto tra i possibili autori di reati, è cosa nota. Così come lo è la sua conseguente responsabilità civile per il risarcimento dei danni. Ma si può considerare l’amministratore responsabile anche per il caso di contaminazione dell’acqua condominiale? Il controllo della salubrità dell’acqua spetta all’amministratore o all’ente erogatore del servizio idrico? Analizziamo insieme tutti gli aspetti più importanti del quesito e scopriamo come funziona la rete di distribuzione dell’acqua al fine di comprendere la risposta.
Cosa si intende per ‘acqua potabile’
Per la legge l’acqua può definirsi potabile quando può essere bevuta o utilizzata dall’uomo, ad esempio per cucinare i cibi o lavarsi, senza alcun pericolo per la sua salute.
Quindi, anche nel condominio l’attenzione alla potabilità dell’acqua è un aspetto da non sottovalutare, dati i mille usi che dell’acqua possono essere fatti nelle abitazioni e anche negli spazi condominiali, ad esempio per abbeverare gli uccelli della voliera comune, per pulire le scale, per innaffiare le piante del giardino comune ecc.
È risaputo, infatti, che l’acqua può contenere, anche in concentrazioni modeste, sostanze inquinanti come i metalli pesanti, i pesticidi ed addirittura l’arsenico. Ecco perché la tecnologia, considerate le gravi conseguenze derivanti all’uomo o agli animali dall’ingerimento di tali sostanze, si è dedicata a rendere sempre più sofisticate le strumentazioni che permettono di rilevare la presenza di tali elementi.
Ma chi deve assicurarsi della salubrità dell’acqua? Può l’amministratore essere considerato responsabile anche penalmente nel caso in cui l’acqua risulti non potabile?
Come funziona la rete di distribuzione dell’acqua?
Per poter valutare se e quando esiste la responsabilità dell’amministratore in caso di contaminazione dell’acqua che viene usata nel condominio, è necessario conoscere come funziona il sistema di distribuzione dell’acqua.
Si deve sapere che in linea generale:
- condutture, apparecchiature, strumenti e raccordi della distribuzione esterna fino al contatore dell’acqua –definito anche punto di consegna– rappresentano beni di competenza dell’Ente che gestisce il servizio idrico;
- condutture, apparecchiature, strumenti e raccordi che vanno dal punto di consegna –appunto nella generalità dei casi il contatore– fino al rubinetto di casa, rappresentano l’impianto di distribuzione domestico.
Chi deve verificare la salubrità dell’acqua: l’amministratore o l’ente erogatore del servizio idrico?
Tutto quanto sopra rappresentato permette ora di comprendere meglio che:
- l’Ente erogatore del servizio idrico ha la responsabilità di garantire, e quindi controllare, la salubrità dell’acqua sino al punto di consegna, dunque sino al contatore;
- l’amministratore, quale gestore dello stabile e dei suoi impianti, ha la responsabilità di garantire, e quindi verificare, la salubrità dell’acqua dal punto di consegna sino ai rubinetti;
- in assenza dell’amministratore, la responsabilità di garantire la potabilità dell’acqua, e quindi di effettuare i controlli, sempre dal punto di consegna sino ai rubinetti domestici, è in capo ai proprietari delle unità immobiliari.
Ecco perché, in definitiva, l’amministratore è considerato responsabile solo se la salubrità dell’acqua è stata alterata da cause derivanti dall’impianto idrico del condominio.
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