Lavori in corso in Commissione Bilancio per il “maxipacchetto” di emendamenti, presentato dalle diverse forze politiche al Decreto Rilancio, che a oggi conta quota 8 mila proposte di modifica.
Fra i numerosi emendamenti, riflettori puntati anche sull’art. 119 del Decreto, che introduce la nuova detrazione per determinate tipologie di interventi per riqualificare, da un punto di vista energetico, il nostro patrimonio immobiliare e adeguarlo alle più recenti normative antisismiche e di messa in sicurezza.
La prima, forse la più attesa (e auspicata) “correzione” al Decreto Rilancio riguarda il periodo previsto per il sostenimento delle spese che dovrebbe essere esteso almeno fino al 31 dicembre 2022.
“Va esteso di almeno un anno, quindi fino al 31 dicembre 2022, perché si tratta di lavori rilevanti, che quasi sempre si svolgono all’interno di compagine condominiale. Il condominio fatica a decidere quando soprattutto si tratta di eventi importanti”. Così il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha espresso il suo parere in occasione dell’audizione parlamentare, dando voce a famiglie e condomini in ordine alla necessità di “avere più tempo” per approvare interventi che per quanto possano essere necessari in determinati contesti, sono soprattutto gravosi anche da un punto di vista oneroso.
Sembrerebbe che tali richieste abbiano trovato ascolto. Se tale emendamento dovesse essere approvato si avrà più tempo per deliberare ed esaminare con doverosa e necessaria attenzione la portata degli interventi. Diversamente, per rispettare il range di tempo, ci si potrebbe trovare nella situazione di dover approvare in tempi record i lavori, e la fretta, si sa, è spesso cattiva consigliera!
Altrettanto attesa è la proposta di emendamento al Decreto Rilancio relativo agli interventi sulle seconde case. Sul punto, si ricorda che, con formulazione macchinosa e di non agevole comprensione, l’attuale versione del Decreto Rilancio, pubblicata in Gazzetta, prevede l’accesso alla detrazione pari al 110% per interventi di efficientamento energetico, soltanto per seconde case all’interno di condomini, con la conclusione che, a oggi, non possono accedere al beneficio fiscale i proprietari di seconde case unifamiliari.
L’ecobonus, sulla base di tale emendamento, potrebbe essere applicabile a tutte le seconde case, senza alcuna distinzione fra contesto condominiale e unifamiliare, a eccezione delle case di lusso, classificate in catasto come A/1, A/8 e A/9, che rimarrebbero, in ogni caso, escluse dall’incentivo.
Per completezza si segnala che, dovrebbe essere possibile effettuare interventi di efficientamento sulle seconde case fino a due unità immobiliari per ciascun contribuente.
Accolta con particolare (e condivisibile) favore è la proposta di modifica all’attuale formulazione del superbonus, che consentirebbe di effettuare gli interventi previsti dal Decreto Rilancio anche su immobili adibiti all’attività di scuola primaria paritaria d’infanzia non profit.
Notevolmente ampliato anche l’ambito soggettivo di applicazione.
Gli emendamenti presentati ampliano la platea dei beneficiari, ricomprendendo anche impianti sportivi, piscine, strutture turistiche e recettizie, come alberghi residence a condizione che i proprietari siano, al contempo, anche gestori.
Altri soggetti che potrebbero usufruire del nuovo superbonus 110% sono stati individuati in enti non commerciali, compresi quelli appartenenti al terzo settore nonché religiosi civilmente riconosciuti.
Tali emendamenti, se approvati, darebbero vita a un progetto ambizioso e sfidante che dovrebbe dare una vera e propria iniezione di fiducia alle imprese edili ma, al contempo, imporrebbero un notevole ripensamento delle risorse attualmente stanziate dall’esecutivo.
Ciò nondimeno, gli accordi della maggioranza per le modifiche al superbonus non hanno in realtà soddisfatto tutti.
Fillea, CIL e Legambiente hanno definito “deludente” le proposte di modifica al Decreto Rilancio che “sembrano premiare la logica degli interventi a pioggia non vincolati a chiari obiettivi di risparmio energetico delle famiglie e di messa in sicurezza del patrimonio edilizio”.
Non rimane che aspettare la conclusione dell’iter di conversione del Decreto che dovrebbe concludersi il 18 luglio per avere il testo definitivo e sperare che gli sforzi sino a ora compiuti non siano vanificati, perché con alcuni “ritocchi”, e molta attenzione, è possibile riqualificare il nostro patrimonio immobiliare, con limitati investimenti.
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