Le indicazioni contenute nel lavoro conclusivo della commissione di vigilanza anagrafe tributaria di Camera e Senato sull’interoperabilità delle banche, riportano alcune indicazioni davvero interessanti, tra le quali troviamo:
- Detrazioni fiscali sulla App IO;
- Fascicolo digitale del fabbricato facoltativo e non obbligatorio;
- Accesso dei comuni ai dati finanziari dei contribuenti conservati dall’Agenzia delle entrate.
Le indicazioni contenute sono essenzialmente richieste di norme che il parlamento e l’esecutivo dovranno attuare, essendo queste la sintesi del lavoro di audizione svolto nel corso del precedente anno.
Detrazioni fiscali sull’App IO
Nella relazione è formalizzata la possibilità, attraverso l’infrastruttura tecnologica App IO, di accreditare direttamente in conto corrente le detrazioni fiscali. La strada per tutte le spese detraibili dovrebbe essere quel del cash-back, in modo da uscire definitivamente dal paradigma delle detrazioni all’interno della dichiarazione dei redditi.
Fascicolo digitale del fabbricato facoltativo
Nello specifico nella versione approvata in data 12 gennaio 2022 è scomparsa l’obbligatorietà per i proprietari di case e immobili di detenere il fascicolo digitale del fabbricato ma di operare su una linea di intervento basata sulla facoltatività della disposizione, basandosi anche su quanto disposto dalla giurisprudenza amministrativa e costituzionale e da quanto sostenuto dal dipartimento “Casa Italia” della presidenza del consiglio dei ministri.
Accesso ai Comuni ai dati finanziari dei contribuenti
In merito alle norme approvate nella relazione si è evidenzia la necessità di dare attuazione alla possibilità per i comuni di accedere all’archivio dei rapporti finanziari, attraverso un sistema di accesso alle informazioni indirette tramite l’Agenzia dell’entrate.
L’accesso dovrà permettere la visione del solo dato del rapporto finanziario esistente e capiente rispetto a liste certificate di debitori per importo intimato, in modo da escludere la circolazione di informazioni eccedenti. Attualmente questa possibilità è negata, non essendoci un preventivo parere del Garante della protezione dei dati personali.
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