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Le (mancate) novità del Governo Draghi sulla casa e le restrizioni sul bonus affitti

Le (mancate) novità del Governo Draghi sulla casa e le restrizioni sul bonus affitti

Sempre più cupo l'orizzonte. Si restrige la platea dei beneficiari del contributo a fondo perduto.

Con il Governo Draghi, i locatori che speravano in una manovra più incisiva e finalmente indirizzata ad un concreto aiuto di questa categoria devono invece fare i conti con un’inversione di rotta rispetto al predecessore Conte.

Difatti, almeno per ora, il nuovo Governo sceglie l’opzione più restrittiva riducendo, almeno potenzialmente, la platea dei beneficiari della misura principe, già introdotta con il D.L. 137/2020, costituita dal contributo a fondo perduto, previsto per tutto il 2021, pari al 50% dello sconto sul canone applicato dal locatore all’inquilino.

Nello specifico, l’art. 42, comma 8, del c.d. Decreto Sostegni (D.L. n. 41/2021) ha abrogato la disposizione di legge di bilancio 2021 (art. 1, commi 381-384, L. 178/2020) che prevedeva un’applicazione del contributo affitti, estendendola anche alle locazioni stipulate dopo il 29 ottobre 2020.

A onor del vero, occorre però dire che solo un miope potrebbe affermare che i maggiori problemi per i locatori deriverebbero da tale misura, o meglio dall’assenza di tale misura.

Difatti, non solo il decreto Sostegni ha in realtà incrementato le risorse destinate a tale bonus, aumentando il fondo a ciò destinato di ulteriori 50 milioni (che si aggiungono a quelli già previsti dal precedente D.L. 137/2020) ma, in realtà, la previsione del contributo a fondo perduto, introdotta precedentemente dal D.L. 137/2020, viene solo parzialmente cancellata.

Anzi, in pratica, l’unica differenza tra le due norme si riduce all’ambito di applicazione.

Restano difatti confermati tutti gli altri criteri per la fruizione del bonus in parola:

  • – la locazione deve avere ad oggetto un immobile ubicato in un comune ad alta tensione abitativa, il cui elenco è quello approvato dal CIPE con delibera n. 82/2003;
  • – il locatore deve stipulare una riduzione del canone di locazione;
  • – l’immobile oggetto della locazione deve essere adibito dal conduttore ad abitazione principale;
  • – il contratto deve avere una decorrenza anteriore al 29 ottobre 2020.

Al ricorrere dunque di queste condizioni, il locatore avrà diritto ad un contributo pari al 50% della riduzione del canone, nella misura massima di € 1.200 per ogni singolo locatore.

Ciò detto le vere note dolenti sono altre.

Difatti, ad oggi, sia il bonus affitto introdotto dalla Legge n. 176 che quello previsto con la Legge di Bilancio 2021 sono rimasti inattuati, benché siano passati i 60 giorni previsti dalla legge per ogni agevolazione.

Nella pratica, per ottenere materialmente il contributo, il locatore deve comunicare telematicamente all’Agenzia delle Entrate la rinegoziazione del canone di locazione ma, all’attualità, le modalità applicative di questo meccanismo sono riservate ad un provvedimento del direttore delle Entrate che tarda ad arrivare.

Inoltre, la vera preoccupazione per i locatori è rivolta ad altri temi e, forse, l’attuale Governo avrebbe su questi dovuto concentrare i propri sforzi e le proprie risorse (economiche).Ovvero:

  • la questione del blocco degli sfratti (fermi da oltre un anno);
  • la possibilità della totale detassazione dei canoni non percepiti, quantomeno per le attività chiuse a causa del Covid-19;
  • l’eventuale estensione della cedolare al 10% per tutti i Comun;
  • nonché l’estensione del contributo affitto per tutte le tipologia di locazione; (abitative e commerciali),

Questo sono solo una minima parte dei veri problemi che stringono nella morsa i locatori. A ciò si aggiungano, infine, le ulteriori incognite del settore immobiliare come la ventilata riforma del catasto ed il timore che si cerchi, ancora una volta, di far cassa introducendo una vera e propria patrimoniale sulla casa.

©Riproduzione riservata

Avv. Dario Balsamo

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