La ristrutturazione del settore dei mutui potrebbe avere un impatto significativo sull’accesso al credito per le famiglie. Per arginare questo fenomeno gli istituti bancari propongono per i mutui soluzione alternative. Ecco una breve rassegna di metodi alternativi per non soccombere all’aumento dei tassi.
Secondo il Sole 24 Ore i contratti di mutuo potenzialmente a rischio si avvicinano alla soglia monstre di 500mila, per un controvalore di credito che scotta vicino ai 60 miliardi. La soglia d’allarme è il superamento del 50%, come rapporto tra l’importo della rata e il reddito disponibile della famiglia che sta rimborsando il mutuo a tasso variabile.
Stretta monetaria e tassi di interesse
La stretta monetaria della Banca Centrale Europea (BCE) continua a farsi sentire sui mutui e prestiti bancari, influenzando direttamente anche le famiglie. La richiesta di nuovi mutui ha subito un rallentamento significativo, in parte attribuibile all’ulteriore crescita dei tassi di interesse, passati dal 4,21% al 4,37%. L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) mette in luce come la crescita economica rallenti, incidendo sulla domanda di prestiti, sebbene questa rimanga superiore ai livelli pre-Covid. Nel complesso, i prestiti a imprese e famiglie sono diminuiti del 3,6% rispetto all’anno precedente.
Le soluzioni alternative per fronteggiare l’aumento dei tassi
Per affrontare questa situazione, si stanno cercando soluzioni alternative. Una risposta a questa sfida consiste nelle surroghe e nelle procedure di rinegoziazione dei mutui, pensate per soddisfare le esigenze di famiglie e investitori impattati dall’andamento al rialzo dei tassi di interesse, derivante dalle manovre della BCE. Questa tendenza sembra destinata a prolungarsi nel 2023 e forse anche nel prossimo anno, considerando le indicazioni sulla possibile influenza della crisi in Medio Oriente e l’incremento dei costi energetici.
Nel contesto di incertezza attuale, le banche e gli istituti di credito stanno reagendo offrendo soluzioni alternative e agevolazioni per la rimodulazione delle rate, diventate spesso insostenibili a causa degli aumenti eccezionali dei tassi. Viene spiegata la differenza tra rinegoziazione e surroga e si evidenziano le risposte del sistema finanziario alle condizioni di mercato attuali. Si menzionano speciali plafond concepiti per offrire condizioni di finanziamento più vantaggiose alle famiglie, considerando anche aspetti come la sostenibilità ambientale e l’efficientamento energetico degli immobili.
Tra le iniziative più recenti, alcuni istituti bancari stanno offrendo mutui con una scadenza eccezionalmente lunga, arrivando fino a 40 anni. Questa strategia mira ad agevolare i giovani precari e sottopagati, consentendo la concessione di mutui a chi avrà massimo 75 anni al momento dell’estinzione naturale del prestito.
Gli under 36 possono godere di agevolazioni fiscali, e l’ampia durata del mutuo permette rate più basse, mitigando l’impatto quotidiano. Tuttavia, vengono posti alcuni limiti comuni a tutte le banche che possono impedire la surroga, come importi di finanziamento inferiori a 50mila euro o variazioni negative nella situazione reddituale del mutuatario.
La crescente varietà di esigenze tra famiglie e investitori ha portato a una diversificazione delle soluzioni offerte dalle banche. Le opzioni di rinegoziazione e surroga rappresentano un modo flessibile per adeguare i mutui alle mutevoli condizioni del mercato. L’orientamento verso plafond speciali evidenzia la volontà delle banche di adattarsi alle esigenze specifiche degli acquirenti, offrendo condizioni di finanziamento più favorevoli e agevolazioni nell’affrontare gli investimenti immobiliari.
Una scelta ma non per tutti
Se si decide di rinegoziare il mutuo già sottoscritto è bene sapere che ci sono alcune alcuni limiti comuni a tutte le banche. Per esempio ci sono degli elementi che impediscono una possibile surroga:
- se l’ammontare del finanziamento è inferiore a 50mila euro;
- se la situazione reddituale del mutuatario si è modificata in maniera peggiorativa (quindi con un maggior rischio di insolvenza);
- in caso si sono riscontrate irregolarità nel saldo delle rate precedenti;
- se vi è stato un deprezzamento dell’immobile che non rappresenta più una adeguata garanzia per la banca;
- se la scadenza del mutuo breve, per cui per la banca non è conveniente una surroga.
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