Mancano meno di 24 ore dalla presentazione della nuova direttiva sulle classi energetiche.
Come abbiamo scritto un paio di giorni fa, confermato da fonti di Bruxelles, la Commissione Europea vuole aggiornare la direttiva Ue del 2018 con obiettivi più ambiziosi per le case nuove: l’intento è quello di realizzare edifici ad emisisoni zero.
Il problema è riconvertire tutto il parco immobiliare esistente: gli edifici vecchi dovranno effettuare un rinnovo obbligatorio della classe energetica “proporzionata e fattibile” rispetto alla classe di partenza dell’immobile, pena l’impossibilità di vendere o affittare case vetuste ed inquinanti.
Secondo alcune statisiche incrociando i dati Istat con quelli forniti da Enea, secondo il Corriere della Sera, sarebbero circa 4,5 i milioni di edifici da ristrutturare prima dell’entrata in vigore della normativa europea. Fortunatamente, si fa per dire, dal campo di applicazione della nuova norma saranno esclusi gli edifici storici.
In questi giorni le reazioni registrate, in merito alla portata devastate della Direttiva, sono state quasi tutte negative. Ecco le dichiarazioni di alcune delle più rappresentative associazioni di categoria.
Federproprietà, misura inutile
Si schiera apertamente contro l’ipotesi avanzata da Bruxelles di legare la vendita o l’affitto degli immobili al livello di efficienza energetica degli stessi. “E’ una misura inutile quanto penalizzante – Aafferma Giovanni Bardanzellu, presidente di Federproprietà, – e va nella direzione opposta a quei provvedimenti di incentivazione e sostegno che la nostra associazione chiede da anni al governo e alle istituzioni Ue sul fronte del giusto e doveroso processo di efficientamento energetico degli immobili. Ma non saranno minacce o espropri a risolvere la questione che in Italia riguarda milioni di proprietari immobiliari, che da oggi vedono la Ue come una minaccia per le proprie case”.
Confedilizia, lesione dei diritti dei proprietari
Arriva un “no” secco da Giorgio Spaziani Testa, all’ipotesi di legare la vendita degli immobili a determinati standard energetici, “una misura che lederebbe i diritti dei proprietari” sottolinea il presidente dell’organizzazione.
Unione nazionale consumatori, si impedisce la libertà di vendita
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione, precisa: “al di là del fatto che non si capisce e non sappiamo quello che vuole fare la Commissione Ue, sia chiaro fin da ora che faremo le barricate contro qualunque norma che impedisca la libera vendita di una casa solo perché ha una bassa classe energetica”
Codacons, misura incostituzionale
“Un’idea ridicola che non potrebbe essere applicata in Italia”.Non esiste alcun nesso tra il diritto di vendita di una proprietà privata e l’obbligo di efficientamento energetico che l’Ue vorrebbe mettere in capo ai proprietari di case“, spiega il presidente Carlo Rienzi, “una misura così ridicola e palesemente ingiusta verrebbe immediatamente bloccata dalla Corte Costituzionale”.
Legambiente, misura valida può funzionare
Interessnate è l’opinione della associazione che si è sempre battuta per un tutela dell’ambiente. Secondo la responsabile dell’Ufficio Energia di Legambiente“la proposta della Commissione, ovviamente con obiettivi su largo respiro, è assolutamente valida e può funzionare basta pensare a cosa è accaduto nel settore degli elettrodomestici con l’etichetta energetica che ha fatto spostare il mercato verso prodotti più performanti ma, per esempio in Italia, vanno messi a punto gli strumenti giusti”. Sul tavolo, per rendere più “indolore” l’adeguamento ci sono diverse opzioni: tra cui utilizzare la leva del credito alla possibilità di incentivare gli interventi delle società elettriche ed energetiche, che possono assumersi il rischio del finanziamento iniziale e di ripagare gli investimenti con i risparmi sull’energia.
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