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Rispunta il digital bonus. La fibra ottica entrerà nel Superbonus 110%?

Rispunta il digital bonus. La fibra ottica entrerà nel Superbonus 110%?

La banda larga potrebbe rientrare tra le spese agevolabili con il superbonus 110%. Depositato un emendamento volto ad incrementare gli interventi di infrastrutturazione digitale degli edifici, o delle unità immobiliari.

Enza Bruno Bossio, segretaria della commissione Trasporti della Camera, ha annunciato nel corso del convegno online promosso dal Consiglio nazionale degli ingegneri e dal Comitato italiano ingegneria dell’Informazione, che verrà presentato un emendamento al Decreto Smeplificazioni, contenente un nuovo incentivo fiscale volto a dare maggior impulso agli interventi di infrastrutturazione digitale degli edifici, o delle unità immobiliari.

Un provvedimento pensato per “migliorare le infrastrutture di rete che andrà a completare le misure contenute nel Superbonus 110%, con l’obiettivo di rendere gli edifici più ecosostenibili e resilienti”.

Partendo dal presupposto che la pandemia ha evidenziato le diverse lacune e debolezze del sistema delle connessioni in rete,  questa sarà l’occasione di di dare una forte spinta al comparto, anche alla luce dalle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

L’iniziativa, come si legge nella bozza del testo, favorirebbe la realizzazione di una infrastruttura fisica multiservizio “contenente reti di accesso cablate in fibra ottica con terminazione fissa, o senza fili che permettono di fornire l’accesso ai servizi a banda ultralarga e di connettere il punto di accesso dell’edificio, o dell’unità immobiliare con il punto terminale di rete“.

In realtà un primo tentativo di introdurre questa misura, quale estensione del superbonus per l’edilizia agli interventi di cablatura verticale degli edifici, fu fatta in occasione della Manovra di Bilancio del 2021 dove  Commissione Trasporti e Tlc della Camera fu presentato uno specifico emendamento attraverso il quale doveva essere riconosciuto un credito d’imposta fino all’importo massimo di mille euro per ciascuna unità immobiliare.

Si trattava di una nuova eccellente intenzione, che però rimase  sulla carta perché applicabile solo per spese documentate entro i prossimi  dodici mesi, sempre che esse siano “finalizzate all’adeguamento degli stabili per le opere di realizzazione di infrastrutture fisiche interne adatte al passaggio di cavi in fibra ottica per la costruzione di reti di comunicazione ad alta capacità, prevedendo la necessaria separazione fra cavi per telecomunicazioni, cavi elettrici e cavi per servizi di videocifofonia, sorveglianza e telerilevamento”.

Nobili intenzioni,  se il futuro dell’Italia digitale potesse evolversi con tempistiche realmente credibili e in sintonia con i migliori canoni della snellezza documentale e  procedurale, ad oggi assolutamente sconosciuti perchè introvabili.

Ricordiamo, inoltre, che a marzo sono state anche pubblicate le Linee Guida dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi strategici fissati dalla Commissione Europea, che prevedono – entro il prossimo 2025 –  “l’accesso per tutte le famiglie europee, nelle aree rurali ed in quelle urbane, ad una connettività internet che offra un downlink   di almeno 100 Mbps, potenziabile a velocità Gigabit”. 

Tradotto in soldoni, significa che la corsa verso la conquista tecnologica degli edifici dovrà essere più spinta, l’Europa lo impone, dal momento che l’intento dichiarato è quello di  velocizzare la realizzazione di una copertura FTTH (Fiber To The Home)sia nelle aree bianche nell’ambito del piano strategico Banda Ultra Larga, sia per le aree nere e grigie del Paese, con piani di copertura in fibra ottica con investimenti di natura privata”.

Speriamo che questa volta l’emendamento abbia un esito migliore.

©Riproduzione riservata

A cura della Redazione

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