Estate calda. Saranno mesi molto caldi ed intensi. Il settore dell’edilizia è stato tra i comparti che più ha risentito l’effetto Covid e, per tali motivi, Governo, associazioni di categoria e rappresentanze politiche stanno cercando di metter mano ad una riforma strutturale dell’interno corpus normativo.
Tra le tante anticipazioni trapelate, sono due sono degne di nota in quanto entrambe afferenti l’eventuale istituzione del fascicolo fabbricato. Ma è necessario fare un breve cronistoria
Prove di recidivismo. Alcuni lettori, quelli di lunga memoria, si ricorderanno che già molti anni fu la Regione Lazio che tentò, senza alcun esito, l’introduzione del fascicolo fabbricato. Il Consiglio di Stato, con Ordinanza n. 1580 del 27 marzo 2007, chiuse definitivamente la questione del fascicolo del fabbricato istituito dal Comune di Roma.
Spostandosi a Sud, le cose non cambiano. Anche la Regione Puglia tentò nel lontano 2014 lo stesso percorso, ma l’esito fu identico a che se nel caso di specie intervenne il Consiglio dei Ministri, che deliberò l’ impugnativa della legge Regione Puglia n. 27/2014 in quanto conteneva disposizioni in contrasto con gli articoli 3, 117, secondo comma, lett. l) e 117, terzo comma, della Costituzione.
Nuovi tentativi all’orizzonte. La speranza è l’ultima a morire. Sotto l’impulso della conversione del decreto rilancio, alcuni giorni fa, è stato presentato un emendamento che propone di istituirlo per gli immobili privati che accedono all’ecobonus e al sismabonus e di incentivarlo con la nuova detrazione potenziata al 110%. Il fascicolo, dovrebbe essere una sorta di carta di identità del fabbricato e dovrebbe contenere tutte le informazioni relative allo stato di agibilità e di sicurezza dell’immobile, sia sotto il profilo della stabilità, dell’impiantistica, della manutenzione, che dei materiali utilizzati e dei parametri di efficienza energetica degli interventi che ne hanno modificato le caratteristiche dell’edificio.
Per non far diventare particolarmente oneroso tale nuovo adempimento l’emendamento lo si vorrebbe far rientrare tale tra le spese agevolate con il superbonus al 110%. Al fine di adottare un unico modello in tutta Italia è previsto anche un dpcm con lo schema-tipo del Fascicolo.
Ma anche il tavolo tecnico istituito presso il Consiglio Superiore dei lavori pubblici, in occasione della revisione del Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/2001), al fine di garantire la rigenerazione urbana e lo snellimento delle procedure, ha previsto delle precise disposizioni finalizzate a istituire il fascicolo del fabbricato, nel contesto di un sistema integrato del territorio che l’Agenzia del Catasto.
Se il provvedimento dovesse andare in porto sarà anche necessario coordinarlo con la Legge n. 220/2012. L’articolo 1130, n.6 del Codice Civile, precisa che l’amministratore è obbligato a “curare la tenuta del registro anagrafe condominiale contenente le generalità dei singoli proprietari e dei titolari di diritti reali e di diritti personali di godimento, comprensive del codice fiscale e della residenza o domicilio, i dati catastali di ciascuna unità immobiliare, nonché ogni dato relativo alle condizioni di sicurezza delle parti comuni dell’edifici”.
A questo punto vi è da chiedersi se la cura e la gestione di tale fascicolo rientrerebbe tra gli oneri dell’amministratore condominiale. Ad oggi non ci è dato sapere, ma presumibilmente lo sarà, se la predisposizione del fascicolo e il suo aggiornamento è sotto responsabilità del proprietario dell’immobile o dell’amministratore del condominio, allora ci saranno nuovi oneri a carico di quest’ultimo.
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