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Spazi condominiali e gioco del pallone: fra buon senso e responsabilità personali, vanno salvaguardati i diritti dei ragazzi

Spazi condominiali e gioco del pallone: fra buon senso e responsabilità personali, vanno salvaguardati i diritti dei ragazzi

La loro voglia di giocare nelle parti comuni condominiali fra le inevitabili e fisiologiche proteste degli adulti.

Correvano i favolosi anni sessanta… Da un’idea del dirigente sportivo francese Henri Delaunay vede la luce il campionato Europeo di calcio UEFA, che quest’anno si disputerà a partire da domani, 11 giugno.

Ecco lo sport che affascina adulti e bambini, ed ecco riproporsi l’annosa querelle, sempre rilevante per una pacifica convivenza e mai di facile soluzione: è possibile o meno vietare il gioco del calcio negli spazi condominiali?

Perché se da un lato giocare è un vero e proprio “diritto”, così come sancito dalla Convenzione ONU sui diritti e dell’adolescenza (1989) che ne pone in risalto il suo ruolo legato allo sviluppo psicofisico del bambino, dall’altro è difficile conciliare la quiete condominiale con il piacevole e pur necessario esercizio del gioco stesso.

L’Italia, a tal proposito, ha ratificato la norma internazionale sul diritto al gioco attraverso la legge 176/91 – con la quale si ribadisce come l’attività ludica sia parte integrante dei momenti di riposo e di tempo libero – ed a cui è seguita l’attività di molti Comuni che hanno emanato specifiche disposizioni in ordine alla piena fruibilità degli spazi condominiali, imponendo che essi siano liberi da qualunque divieto inerente allo svolgimento di tale ricreazione.

Ma allora vi è da chiedersi:  in condominio prevale il regolamento interno o la disciplina prevista dalla legge?

Ebbene, l’art. 1102 cc. dispone che le parti comuni dell’edificio possono essere utilizzate da tutti condomini purchè non ne venga impedito l’uso ad altri e non ne venga mutata la destinazione. Gli Ermellini, però,  hanno sancito la nullità di qualsiasi clausola del regolamento condominiale che contenga divieti relativi a tale gioco, facultando allo stesso tempo i condomini di inserire nel regolamento dell’Ente le fasce orarie in cui è vietato giocare negli spazi comuni.

Chiarito il punto sulla possibilità dell’esercizio di tale attività, sorge un’altra questione: cosa accede se la palla danneggiasse un auto parcheggiata? Il proprietario dell’auto può chiedere il ristoro dei danni? E chi è da considerarsi responsabile?

Data per scontata la possibilità di chiedere il risarcimento, è certamente da escludersi una responsabilità condominiale, ritenendosi parti obbligate i genitori del ragazzo minorenne per culpa in educando e presunta omessa vigilanza, o direttamente – se maggiorenne – lo stesso giovane che ha causato il danno.

E la questione dei rumori e degli schiamazzi che “molestano” tutti i condomini, come può risolversi?

Occorre fare un distinguo: se tali fastidi disturbano tutta la compagine condominiale e gli abitanti della zona, si configura il reato di disturbo della quiete pubblica e – per i minorenni – ne risponderanno sempre i genitori.

Di converso, ove le immissioni acustiche creino nocumento solo ai condomini dei piani bassi, sul presupposto della turbativa del riposo e del superamento della normale tollerabilità questi ultimi possono ricorrere al giudice civile per ottenere un ordine immediato di interruzione delle attività ed anche – nel caso sussista e sia dimostrabile un danno alla salute –  il risarcimento dei relativi danni.

Desideriamo concludere ricordando che domani si ritorna incollati alla televisione per seguire gli Europei di calcio, e che dunque lo spirito giocoso dei più giovani – soprattutto dopo mesi e mesi di restrizioni pandemiche – tornerà più spontaneo e più “libero” del solito.

E se la valutazione del “problema” andrà fatta, come sempre, caso per caso, unitamente al buon senso e al contemperamento delle esigenze ludiche dei più giovani con quelle degli adulti, ci sembra particolarmente calzante – in conclusione –  ricordare un verso di quella famosa canzone di Venditti che dice “… … era l’anno dei mondiali, quelli dell’ottantasei, Paolo Rossi era un ragazzo come noi… …”

Buon campionato a tutti, allora, e buon gioco ai nostri ragazzi, con la cultura del rispetto,  della comprensione e … del buon senso.

©Riproduzione riservata

Avv. Sabina Vuolo

Via Fleming, 49 - 84012 Angri (SA) 081 946633

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