La prima tegola che si abbatte sul Ministero dell’Economia si chiama Superbonus. A quanto pare, il Ministro Franco vorrebbe ridimensionarlo, per un semplice motivo: costa troppo allo Stato.
L’idea, già circolata da un paio di giorni, e rilanciata da alcuni quotidiani, sarebbe quella di apportare un taglio netto e ridurre il contributo al 75%-85% e contestualmente cambiare anche il meccanismo di finanziamento delle opere.
Ovviamente, è bene precisare, che si parla di ipotesi, che dovranno essere preliminarmente condivise con le diverse forze politiche. Inoltre, la percentuale dell’attuale susperbonus, per ora è salva.
Comunque una cosa è certa: il nuovo Ministro, Daniele Franco, non vuol far gravare questa misura sulle casse dello Stato e starebbe valutando di muoversi in questa direzione: riduzione della percentuale. In realtà anche il primo Ministro Mario Draghi, aveva pronosticato già nei primi giorni del suo insediamento, una contrarietà assoluta alla politica dei bonus e sussidi lanciati a pioggia.
In buona sostanza, conti alla mano, lo sgravio così come attualmente prefigurato è troppo oneroso. Il cambio di Governo e la conseguente sostituzione dei Ministri e Sottosegretari che hanno fatto nascere e voluto la proroga del superbonus, lasciano ampi margini di dubbio sulla conferma al 2022 di un beneficio fiscale che ha già mostrato alcuni profili di incertezza applicativa.
Con la riduzione al 75-85% si prevede, invece, che il resto della somma venga anticipata diretta dal privato.
Ora al Ministero dell’Economia si stanno facendo i conti, ma sicuramente la decisione potrà far sorgere delle frizioni all’interno del governo. Le critiche infatti non si sono fatte attendere. L’ex sottosegretario Fraccaro, in una intervista rilascia al quotidiano affari italiani ha dichiarato che una scelta del genere sarebbe “inaccettabile, perché significherebbe negare lo spirito ecologista”.
Le premesse non sono rosee, sopratutto perchè sul tavolo del Ministro ci sono altre “grane”ancora più complicate: proroga cassa integrazione, dossier Alitalia e nuovo decreto Ristori.
La strada sembra tutta in salita. La domanda quindi è: siamo certi che il nuovo Governo Draghi avrà la stessa visione sui benefici di questa detrazione fiscale?
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