Questa volta a dettare i tempi sulla proporaga del Superbonus è il Ministro dell’economia Daniele Franco, che nel corso del question time di ieri pomeriggio, nell’aula della Camera, senza esistazioni e giri di parole ha già individuato tempistiche e modalità e condizioni della proroga del Superbonus.
Partendo dalla convinzione che la misura sia utile per tutto il comparto dell’edilizie e per dare un concreto rilancio all’economia, il Ministro ha precisato che si darà anche un notevole impulso per “accelerare la transizione energetica del Paese”.
Ecco perché, si è deciso di stanziare una apposita somma di 18 miliardi (inclusa nella quota del Fondo complementare “domestico”), che verrà utilizzata per sovvenzionare “fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 per le case popolari”.
Ma Franco, con le sue dichiarazioni si spinge oltre dichiarando pubblicamente l’impegno dell’esecutivo ad “inserire nel disegno di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, valutati gli esiti ottenuti nel 2021“.
Il Superbonus, potrà essere anche utilizzato per per «ristrutturare gli edifici pubblici e privati migliorandone l’efficienza energetica, attraverso l’isolamento termico, impianti di riscaldamento e raffreddamento e l’auto-produzione di elettricità», nonché «il monitoraggio dei consumi degli utenti», poiché l’obiettivo dell’Ue è «raddoppiare il tasso di efficientamento degli edifici entro 2025», ha concluso il Franco.
Subito dopo le dichiarazioni del Ministro dell’economia, è intervenuto Marco Di Maio, deputato di Italia Viva, che ha prospettato la possibilità di “pensare alla proroga del bonus facciate per tutto il 2022 o, ancora meglio, legarne la durata a quella attuale e futura del superbonus 110%”.
Inoltee, ha aggiunto: ”il bonus facciate è una misura importante e che non ha potuto dispiegare tutti i suoi benefici effetti per via di una complessità burocratica che ne ha profondamente limitato la diffusione. Oltre al fatto che la pandemia ha congelato investimenti e interventi. E’ innegabile poi che questo intervento di carattere fiscale non può essere confinato solo agli edifici ubicati nelle zone definite come A e B, cioè quelle con maggiore urbanizzazione. Tuttavia, fuori dalle zone A e dalle zone B, in alcuni territori sono presenti edifici sia rurali che di civile abitazione le cui facciate andrebbero recuperate al fine di migliorare la qualità del paesaggio e le bellezze architettoniche e naturali”. ”Per questo motivo, conclude il parlamentare, proporremo non solo la proroga del bonus facciate e il suo collegamento al SUPERBONUS 110%, ma una sua semplificazione amministrativa e l’estensione del beneficio fiscali anche per gli interventi nelle zone non urbane“,
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