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Superbonus: proroga per villette e unifamiliari, ma condizionato al reddito. Una nuova ipotesi allo studio

Superbonus: proroga per villette e unifamiliari, ma condizionato al reddito. Una nuova ipotesi allo studio

Superbonus 110%, proroga per ville e case unifamiliari: spunta l’ipotesi di un tetto di reddito

Come precedetemente detto, sono in fase di avvio i lavori per la nuova Legge di Bilancio. Il Governo Draghi dovrà affrontare lo scoglio della eventuale proroga del superbonus incondizionato per tutte le tipologie di immobili.

Partendo dal presupposto che la misura messa in campo funziona, ma è particolarmente onerosa per le casse dello Stato, si sta valutando l’ipotesi in queste ore, di allungare l’estensione temporale del beneficio fiscale per la ristrutturazione con il Superbonus anche ai proprietari di case unifamiliari ma con un tetto di reddito.

Questa ipotesi, secondo quanto riportato dall’Ansa e poi ripresa dal Corriere della Sera, sarebbe una possibile soluzione con cui la maggioranza potrebbe trovare una intesa sulla proroga dell’incentivo al 110% anche per case singole, ville e villette da inserire in manovra.

L’ipotesi al vaglio, lanciata inizialmente dall’Ance, cioè quella di introdurre un tetto al reddito è finalizzata ad evitare che gli incentivi al 110% finiscano anche nelle tasche “dei ricchi”, come spiegano dalla maggioranza.

Ricordiamo, infatti, che in maniera trasversale tutte le forze politiche avevano iniziato a chiedere una proroga almeno per tutto il 2022. Ora, si propenderebbe per una proroga al 2024, purchè condizionato ad un tetto di reddito solo per determinate tipologie di immobili (case singole, ville e villette). Rimane invece tutto confermato, salvo modifiche in fase di approvazione della legge di bilancio, per gli edifici condominiali e iacp.

Intanto le pressioni politiche verso l’estesione della agevolazione si fanno sempre più insistenti. Giuseppe Conte afferma “che il  superbonus contribuisce per 12 miliardi l’anno al Pil e per oltre 150mila unità all’incremento dell’occupazione”.

Non ci rimane che attendere ulteriori sviluppi.

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A cura della Redazione

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