Un processo senza sentenza è possibile. E’ netto il monito del Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione, in occasione della tradizionale apertura dell’anno giudiziario, tenutasi il 29 gennaio scorso.
Nella sua Relazione sull’amministrazione della giustizia, l’auspicio è stato chiaramente rivolto alla ricerca di “forme di risposta differenziate rispetto a quelle tradizionali in grado di giungere alla definizione del conflitto senza percorrere necessariamente i tre gradi di giurisdizione”.
Non è solo nei processi, dunque, che può trovare collocazione il diritto. Del resto, la lunghezza dei processi e le sanzioni all’Italia per il ritardo e la lentezza giudiziaria, sono ormai – purtroppo – consolidate. Il contenzioso (in materia condominiale la litigiosità è sempre stata alta), va arginato.
Spazio, dunque, al “processo senza sentenza”. E lo spazio, per il Primo Presidente della Suprema Corte, ben può essere rappresentato dal procedimento di mediazione a cui può riconoscersi “un effetto comunque deflattivo del contenzioso civile”.
Largo, quindi, all’iniziativa degli stessi magistrati. Un maggior uso non solo della mediazione su mero invito del giudice (la cd. mediazione demandata) ma anche della possibilità (anche in appello) di disporre l’esperimento del procedimento di mediazione (la cd. mediazione ex officio o delegata).
Un processo senza sentenza, non è un processo di serie B.
Si legge, infatti, nella Relazione che “il processo senza sentenza non implica un’abdicazione del giudice dalla propria funzione giudicante, ma semplicemente richiede una valutazione puntuale ed esperta della mediabilità e della conciliabilità del singolo caso. Assicura la diversificazione delle modalità di offerta del servizio e degli strumenti impiegati a beneficio dell’interesse del cittadino e delle imprese in grado di assicurare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi di qualità ed efficienza …”.
Anzi, il ruolo dei magistrati appare centrale nella prospettiva di più ampio e moderno orizzonte sociale e culturale, in cui la mediazione ex officio “… Promuove la diffusione della cultura della mediazione come collante sociale, non solo per la riattivazione di una comunicazione interrotta tra le parti del conflitto, ma anche per la generale condivisione dei valori dell’autonomia, della consapevolezza e della responsabilità. Avvicina il cittadino alla giustizia, perché lo rende finalmente partecipe delle modalità di risoluzione del conflitto e fiducioso dell’adeguatezza di tale servizio rispetto alle sue esigenze”.
Prosegue, Pietro Curzio, Primo Presidente della Corte di Cassazione, con l’evidenziare l’importante ruolo che tutti gli attori rivestono nel sistema giustizia : gli avvocati, “parte necessaria delle procedure di mediazione”; gli operatori della giustizia, tutti, sollecitati ad un cambiamento di cultura che passi dall’acquisizione di competenze più specifiche in ordine alla condizioni di medi abilità del contenzioso.
Un ruolo fondamentale, dunque, assegnato all’istituto della mediazione che assicura, “la deflazione del contenzioso giudiziale con conseguente ottemperanza al principio di ragionevole durata del processo, risposta celere alle parti in lite, riduzione dei costi della giustizia, più elevata efficienza del servizio e maggior fiducia da parte dell’utenza …”.
Di questo e tanto altro parleremo Venerdi 5 febbraio alle 15.00, al webinar gratuito “L’Amministratore di condominio : il primo Mediatore “
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