Dopo lo scandalo delle truffe verso lo Stato, dopo la paralisi della filiera edile, e infine, dopo la “chiusura” delle piattaforme di sconto di Poste e Cdp, il Governo non poteva perdere altro tempo ed è pronto a varare una serie di norme che saranno inserite nel decreto legge sul caro-bollette che sarà approvato dal Consiglio dei ministri in tempi brevi.
Da quello che si apprende da fonti governative il provvedimento sarà composto da più norme tra cui una norma volta a consentire di nuovo le cessioni multiple, tra gli intermediari vigilati dalla Banca d’Italia.
L’ipotesi, più percorribile, è quella di ammettere a quelle operazioni i soggetti vigilati dalla Banca d’Italia (art.106 Tub) e quindi obbligati alle segnalazioni antiriciclaggio e anche, come sollecitato dal mondo bancario, le società veicolo riconducibili agli istituti di credito.
Per rendere più stringenti i controlli si stanno valutando due vie: l’Agenzia delle Entrate si potrebbe assumere l’onere di selezionare i crediti fiscali “puliti”, oppure fare un controllo “ a monte” in questo caso il controllo dovrebbe fare capo a chi compra con la conseguente responsabilità in caso di frode. Proprio per questo motivo vi è un’altra ipotesi allo studio: quella di allargare a tutti la cessione purchè vi sia l’apposizione di una sorta di “bollino di garanzia” ai crediti ceduti.
Ma il Governo intende anche salvare/recuperare i crediti fiscali sequestrati a causa delle frodi. Questi crediti, se non incassati entro la fine dell’anno, andrebbero iscritti a perdita. Per tali ragioni il ministero dell’Economia sta valutando di creare un meccanismo “di recupero” dei dissequestrati. Insomma, le società che hanno in bilancio gli attivi potrebbero ancora incassarli e, questo, consentirebbe di non dover iscrivere a perdita nel bilancio i crediti stessi. La norma, battezzata “salva-crediti”, potrebbe agevolare la riattivazione delle operazioni di cessione.
Ovviamente, tali decisioni, dovranno essere prese dopo aver sentito alcuni organismi istituzionali: Agenzia delle Entrate Guardia di Finanza, ed infine Poste Italiane e Cassa depositi e prestiti. La settimana prossima sono state già programmate delle audizioni.
Ma l’attenzione del Governo si è anche spostata su fronte calendario Superbonus. Molti partiti hanno evidenziato che la scadenza di giugno per le villette è troppo contingentata, perché le norme prevedono che per avere l’incentivo sia necessario aver completato almeno il 30% dei lavori. Per tali motivi sono stati depositati degli emendamenti, che contengono la richiesta di spostare in avanti o addirittura eliminare tale vincolo temporale, parificando il termine a quelli dei condomini.
Per concretizzare tutte queste ipotesi, ovviamente bisogna prima attendere la convocazione del Consiglio dei Ministria, che potrebbe tenersi entro domani pomeriggio. Inoltre, la settimana prossima, sono state già calendarizzate una serie di audizioni al fine di valutare e scegliere l’opzione più conveniente.
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